Macedonia, scontri tra i migranti e la polizia Alta tensione nei Balcani, Italia a rischio

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Macedonia, scontri tra i migranti e la polizia <br> Alta tensione nei Balcani, Italia a rischio

Scontri alla frontiera tra Grecia e Macedonia. Centinaia di migranti in attesa da ore di varcare la frontiera hanno tentato di forzare la recinzione metallica e di sfondare la barriera di filo spinato. Reazione della polizia, che avrebbe lanciato sulla folla gas lacrimogeni, facendo anche scoppiare bombe inerti ma assordanti. Le agenzie riportano un bollettino pesante: almeno 30 persone – secondo l’Ansa -, compresi i bambini, sarebbero rimaste ferite negli incidenti.

Nessun arresto da parte della polizia ma la tensione resta alta. Lungo la linea di confine sono ancora ammassati migliaia di profughi. Solo sul territorio greco, vengono dalla Siria e vengono autorizzati a passare uno per uno, con un controllo estremo e una procedura lentissima. Le restrizioni dei Paesi dell’area balcanica consentono l’accesso di non oltre 580 persone al giorno.

Oggi, altri momenti di tensione sulla questione migranti, si sono registrati anche su un altro fronte, quello francese di Calais. Qui, oltre cinquanta automezzi della polizia hanno tentato lo sgombero della tendopoli per allontanare i migranti. Ai profughi è stato lanciato un ultimatum: andare via oppure si libera tutto. Poco per volta, alcuni profughi hanno lasciato le tende, con la garanzia del governo francese di trovare ospitalità altrove. Così è cominciata la demolizione del campo.

“Lavoriamo – ha detto all’Ansa il ministro dell’Interno, Angelino Alfano – affinché’ non si riapra la rotta via mare dai Balcani verso la Puglia ma se questo canale dovesse riaprirsi per condizioni indipendenti dalla nostra volontà, siamo pronti ad affrontare il flusso tenendo anche conto che è davvero stretta la nostra cooperazione e collaborazione con i Paesi balcanici”.

“Noi ci stiamo attrezzando – ha continuato -, ma non mi pare opportuno alimentare allarmismi. Stiamo facendo ciò’ che prevede la strategia europea: hotspot per distinguere i profughi dagli irregolari; che gli irregolari vengano rimpatriati e i profughi vengano ricollocati equamente nei 28 Paesi dell’Unione. Questa è una strategia di un governo di un grande Paese democratico come l’Italia, ed è una strategia che anche in Europa ha un peso molto significativo perché noi in Europa ci stiamo presentando con tutte le carte in regola per essere creduti e per imporre la linea nostra, che non è creativa ma che la Commissione europea ha già assunto”.CONTINUA A LEGGERE

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