Nel novembre scorso le forze dell'ordine avevano compiuto il primo blitz, stamattina ne è arrivato un altro. Il clan di cosa nostra “Emmanuello” ha ricevuto un duro colpo: gli agenti della polizia di Stato hanno arrestato quello che a tutti gli effetti risultava essere il nuovo reggente del clan di Gela, ossia Gianluca Pellegrino. L'arresto dell'uomo – 32 anni – rientra nell'operazione condotta dai poliziotti del Commissariato di Gela con l'ausilio dei colleghi delle Squadre Mobili di Catania, Palermo, Parma, Torino e di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo, che hanno eseguito complessivamente 16 misure cautelari: una custodia in carcere, nove arresti domiciliari e sei obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati avrebbero riorganizzato il clan “Emmanuello”, dedito alle estorsioni e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Pellegrino era in custodia cautelare in carcere e la sua escalation al potere è iniziata dagli anni dell'adolescenza, fino ad arrivare a comandare a partire dal 2011, in concomitanza con la sua scarcerazione.
Le indagini hanno preso avvio dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, individuando inoltre le vittime di molte delle estorsioni: ben 12 commercianti gelesi titolari di esercizi commerciali. Pellegrino, infatti, sarebbe tornato immediatamente a commettere estorsioni: sarebbe stato lui a dar fuoco all'abitazione di un imprenditore che si era rifiutato di soggiacere alle sue richieste.
Decine gli episodi di cessione ampiamente documentati anche con numerosi sequestri, operati dagli investigatori specie in ore notturne, essendo l'associazione impegnata anche in una attività di guardiana presso i locali estivi gelesi, trasformati in un´ampia piazza di spaccio. L'associazione aveva a disposizione armi, anche modificate, che venivano utilizzate per compiere atti intimidatori.