Cittadinanzattiva ha presentato un rapporto sugli sprechi effettuati dalle strutture sanitarie in tutta Italia. Sono state segnalate 104 condizioni di spreco, tra cui macchinari non utilizzati o funzionanti a scarso ridotto, reparti chiusi anche se appena ristrutturati per mancanza di personale, attrezzature non adatte alle esigenze dei pazienti e burocrazia costosa e che rallenta i procedimenti.
Ecco i maggiori casi di sprechi in tutta Italia:
BARI – L’ospedale di Venere in provincia di Bari ha un reparto di ginecologia e ostetricia ristrutturato da poco, ma la sala operatoria di ostetricia è chiusa per carenza di personale.
NAPOLI – Il nuovo complesso operatorio del San Paolo di Napoli, costruito nel 2006 e dotato di circa 900 metri quadrati, quattro sala operatorie, una sala open space con quattro posti di rianimazione e post operatoria mai aperta, lavora solo cinque ore al giorno.
LANUSEI – Nel presidio ospedaliero di Lanusei (provincia Ogliastra) è stata costruita una sala emodinamica con tutta l’attrezzatura di ultima generazione; da oltre un anno è ferma perché gli interventi previsti sono minimi e non ci sono gli specialisti.
TORTONA – E’ stato chiuso il reparto di maternità, nonostante i locali fossero stati da poco rinnovati e tinteggiati; le attrezzature in dotazione, soprattutto una vasca per il parto in acqua e alcune incubatrici, sono rimaste inutilizzate.
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