“Il sequestro e il brutale assassinio, per mano terrorista, dell’ingegner Giuseppe Taliercio restano impressi nella memoria della Repubblica, come lo sono nel cuore dei familiari e di quanti, dopo averlo conosciuto e apprezzato, hanno saputo rendergli onore. Per questo desidero unirmi nel ricordo, confidando che le istituzioni democratiche possano essere così consolidate dal consapevole legame con la loro storia, con i valori che persone come Taliercio hanno saputo testimoniare e che ci hanno consentito di superare gravi difficoltà e dolorose tragedie, con quel principio di umanità e di rispetto della dignità della persona, che deve guidarci nell’affrontare le nuove sfide che si aprono davanti a noi”. Così, in una nota, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Giuseppe Taliercio era un uomo buono. Direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, venne ucciso perchè individuato come un simbolo, attraverso la lente deformata dell’ideologia più ottusa. La sua mitezza e la sua integrità morale – aggiunge – scossero anche l’animo dei torturatori, e tuttavia non impedirono le assurde violenze a cui venne sottoposto in quei drammatici giorni di 35 anni fa. Nella sanguinosa sequela del terrorismo interno, l’assassinio di Taliercio – seguito a quello di Sergio Gori e del commissario Alfredo Albanese – raggiunse punte sconvolgenti di insensatezza e di barbarie, conferma del nichilismo che guidava i gruppi armati”. “Non possiamo consentire che cada l’oblio anche soltanto su una delle vite umane spezzate in quella travagliata stagione della nostra democrazia, che qualcuno ha voluto identificare con la ‘notte’ della Repubblica e che dobbiamo essere capaci, invece, di ripensare come riscatto, come una reazione di popolo all’estremismo e alla violenza politica. Proprio da figure come Taliercio – osserva Mattarella – possiamo trarre esempio per rinsaldare i valori della convivenza, della solidarietà, della libertà, in tempi in cui nuove forme di estremismo e di violenza si affacciano minacciose nella nostra società. Per contrastarle e sconfiggerle occorrono valori forti e coscienza delle responsabilità, serve una percezione del bene comune e uno spirito di coesione. L’unità di cui il Paese e la società furono capaci consentirono di sconfiggere le organizzazioni terroriste. Sta alla nostra coerenza di oggi rendere omaggio non formale ai tanti martiri innocenti di ieri”, conclude il capo dello Stato.
