Materiali fragili per l’edilizia e traffico di rifiuti: 250mila tonnellate di scorie impastate nei mattoni, 39 indagati

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Materiali fragili per l’edilizia e traffico di rifiuti: 250mila tonnellate di scorie impastate nei mattoni, 39 indagati

I militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e della Polizia Metropolitana di Napoli, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli, nell’ambito di una indagine che ha consentito di dimostrare l’illecito sversamento di tonnellate di rifiuti nel territorio di Giugliano e di Quarto. Nell’organizzazione erano parte attiva imprenditori e professionisti che predisponevano falsi documenti di trasporto e falsi certificati di analisi, e che hanno permesso lo smaltimento illecito nella cava San Severino e la cava Neos di Giugliano in Campania di oltre 250 mila tonnellate di rifiuti, così da garantire un ingiusto profitto di alcuni milioni di euro derivante dal non sopportare i costi dovuti per lo smaltimento dei rifiuti presso i siti autorizzati.

L’attività trae origine dalle verifiche effettuale dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Caserta in seguito a un esposto anonimo nel quale veniva denunciata un’attività di raccolta, stoccaggio e commercio di inerti da demolizione che venivano conferiti presso la società San Severino Ricomposizioni Ambientali Srl. Le indagini hanno permesso di stabilire come nella cava, autorizzata a effettuare operazioni di ricomposizione ambientale, in realtà, venissero smaltiti i rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e provincia di Napoli, senza essere sottoposti a processi di separazione, vagliatura e macinazione mediante apposito impianto, peraltro in una zona a rischio idraulico, così come individuata dall’Autorità del Bacino Nord Occidentale della Campania. Lo stesso traffico di rifiuti è stato ricostruito in una seconda cava, la N.E.O.S., sempre ubicata nel comune di Giugliano in Campania. In questo caso, l’inchiesta ha permesso di dimostrare come gli indagati miscelassero i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzolana prodotta nella cava, rivendendone il miscuglio all’industria Moccia di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. I controlli hanno infatti stabilito come i mattoni, destinati all’edilizia civile, presentassero una particolare fragilità, circostanza peraltro emersa in maniera palese anche da alcune conversazioni telefoniche.

Il traffico illecito ha riguardato anche i lavori di ripulitura dell’alveo di via Cirillo del Comune di Quarto. Come emerge dai numerosi e dettagliati elementi, la gestione illegale dei rifiuti avveniva mediante la ricezione e miscelazione illecita dei materiali e la loro provenienza da varie imprese senza essere abilitati a riceverli, condotte cui si affiancavano: irregolarità sistematiche nella tenuta dei registri di carico e scarico e nelle attività di trasporto; l’assenza di macchinari necessari; la mancanza di valide e puntuali analisi e accertamenti chimici sui rifiuti; la miscelazione di rifiuti non pericolosi, in assenza di analisi adeguate e con modalità che non consentivano di conservare traccia delle partite di rifiuto gestite e non consentivano a terzi di conoscere l’effettiva composizione delle partite ottenute; l’esistenza di irregolarità nella redazione dei formulari. 

Alla luce degli elementi emersi nel corso delle indagini, in cui risultano complessivamente indagate 39 persone, l’Autorità Giudiziaria ha emesso i provvedimenti di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari a carico di:

1.      GATTOLA Toni, titolare di fatto della società di consulenza ambientale OMEGA s.r.l.;

2.      LICCARDI Salvatore

3.      LICCARDI Eugenio

4.      LICCARDI Francesco, titolari della società EU.SA. EDILIZIA s.r.l.;

5.      CAPUANO Massimo

6.      MICILLO Enrico

7.      PIANURA Gennaro, titolari della società SAN SEVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI s.r.l.;

8.      RAIANO Francesco, operario presso la cava gestita dalla SAN SEVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI s.r.l.;

9.      CATUOGNO Crescenzo, titolare della società TE.VIN. s.r.l.;

10.  ILLIANO Biagio

11.  CARANNANTE Antonio

12.  CARANNANTE Luigi, titolari della società NEOS,

13.  SEPE Vincenzo, collaboratore della società S.C.G. COSTRUZIONI s.r.l.;

14.  ALIPERTI Angelo, amministratore della società PULITEM s.r.l.;

15.  ALIPERTI Diego, amministratore della società LUFA SERVICE s.r.l.,

di obbligo di dimora a carico di:

1.      RAIANO Francesco, operario presso la cava gestita dalla SAN SEVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI s.r.l.;

2.      BOTTILLO Sara, dipendente della società OMEGA s.r.l.;

3.      LISEVYCH Oleysa, legale rappresentante della società OMEGA s.r.l.;

4.      PROFILE Maria, dipendente della società individuale LICCARDI Salvatore,

di sequestro:

1.      delle Cave SAN SAVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI e NEOS;

2.      degli automezzi delle società EU.SA. EDILIZIA s.r.l., della ditta individuale LICCARDI SALVATORE e della TEV.IN. s.r.l.

Contestualmente all’esecuzione delle misure nell’area napoletana, sono in corso numerose perquisizioni presso società ed impianti in altre zone del territorio nazionale ed in particolare a Isola delle Femmine (Pa), Catania, San Severo (FG), Grosseto, Matera e Bergamo.

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