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sabato, 25 agosto 2018

Grazie alla tecnologia di una stampante 3D, è stato possibile ricostruire il volto di una donna egiziana di 3200 anni fa.

La testa e il volto di un’antica mummia egizia, ritrovata negli scantinati dell’Università di Melbourne, era tornato alla luce dai sotterranei dell’università. Agli inizi del 1900 Frederic Wood Jones, un archeologo diventato poi professore di anatomia, l’aveva portato a Melbourne dopo un lavoro di indagine archeologica fatta in Egitto.
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E’ stato poi Ryan Jefferies, curatore del Museo di Anatomia e Patologia Harry Allen Brookes, a riaprire il caso. Il progetto multidisciplinare con la Facoltà di Medicina, Odontoiatria e Scienze della Salute che unisce la ricerca medica, la scienza forense, la scansione tomografica computerizzata, la stampa 3D, l’egittologia e l’arte, è andato più che a buon fine riportando “in vita” la donna che aveva tra i 18 e i 25 anni.

Ribattezzata “Meritamòn”, che significa prediletta del dio Amon, la donna ha avuto bisogno di 140 ore di tempo per essere ricostruita.

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