Per affiliarsi occorreva bere un bicchiere di sangue d’agnello davanti a due foto bruciate: una del dichiarante, l’altra di un’aquila, simbolo del gruppo. Questi i passaggi del riturale di affiliazione alla mafia nigeriana attiva nel territorio di Castel Volturno (Caserta), ma anche nelle province di Roma, Firenze, Arezzo, Brindisi e Catania, destinataria, martedì mattina, di 22 provvedimenti cautelari (15 in carcere, 7 obblighi di firma) emessi dal gip di Napoli su richiesta della DDA partenopea.
I REATI – Le accuse, a vario titolo, sono di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (importate dall’estero grazie ai cosiddetti “corriere ovulatori”), rapina, estorsione e lesioni, tutti reati maturati all’interno della comunità africana di Castel Volturno (Caserta). Scoperta, tra l’altro, l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale composto da cittadini extracomunitari, denominato “gruppo dell’Eye” (mafia nigeriana), dedito secondo le indagini, in particolare, al traffico degli stupefacenti.
IL PENTITO – Le indagini, andate avanti dal luglio 2014 al luglio 2015, sono partite grazie alle dichiarazioni di un affiliato che, per aiutare una giovane donna vittima di estorsione, ha iniziato a svelare le attività criminali dei propri connazionali.
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