E’ stato presentato questa mattina durante il convegno “Impresa 4.0: per un’industria italiana più competitiva nell’era digitale” lo studio “Il digitale in Italia nel 2016”, realizzato da Assinform e Confindustria digitale in collaborazione con NetConsulting e il Politecnico di Milano. Secondo quanto emerso dall’analisi, l’Italia dal 2015 ha ripreso ha investire nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict, dall’inglese Information and Communications Technology) e continuera’ a farlo nel prossimo triennio. L’innovazione digitale in Italia tuttavia è ancora troppa lenta, avviene in modo troppo disomogeneo e con un’ottica distante dal concepire la trasformazione in grado di incidere profondamente sulla realtà del Paese. I dati dello studio evidenziano che già nel 2015 il mercato digitale nel suo complesso è cresciuto dell’1 per cento a 64.908 milioni di euro. Al recupero hanno concorso un pò tutti i comparti a eccezione dei servizi di rete delle telecomunicazioni (-2,4 per cento), mentre sono cresciuti i servizi Ict a 10.368 milioni di euro (+1,5 %), software e soluzioni Ict a 5.971 milioni di euro (+4,7 %), dispositivi e sistemi a 16.987 milioni di euro (+0,6 %), contenuti digitali e digital advertising a 8.973 milioni di euro (+8,6 %). I segnali positivi vengono dall’innalzamento della qualita’ della domanda. La spinta e’ dovuta alle componenti piu’ innovative e legate alla trasformazione digitale che registreranno crescite sostenute per il 2016: internet delle cose (Iot) a +14,9%, Cloud +23,2%, Big Data +24,7%, piattaforme per il web +13,3%, mobile business +12,3%, sicurezza +4,4%. Le previsioni per il mercato complessivo Ict in Italia, a costanza di scenari macroeconomici, consentono di stimare una crescita dell’1,5% nel 2016, dell’1,7% nel 2017 e del 2% nel 2018. Un andamento positivo dovuto alla ripresa degli investimenti in quasi tutti i settori d’utenza, spinti soprattutto dalle grandi imprese (+2,8%) nel 2016 sul 2015, con in testa l’industria (+2,1%), le banche (3%), le assicurazioni (+3,7%), le utility (+3,6%) e i trasporti (+3,4%). Le piccole imprese con un +0,9% stimato nel 2016, risultano ancora poco coinvolte dalla trasformazione digitale. E in parte anche le pubblica amministrazione che, sempre nel 2016, confermera’ la ripresa della spesa a livello centrale (+1,6%) e nella sanita’ (+3%), ma non a livello locale (-2%).