L’Austria fa sul serio e starebbe pensando ad innalzare una recinzione metallica della lunghezza di 400 metri al valico di frontiera del Brennero. Non si tratta certamente del muro di Berlino, ma dell’installazione di una di quelle barriere tra Paesi Europei che i trattati per l’unione del vecchio continente hanno faticosamente abbattuto con anni di diplomazia. La notizia – riportata dal giornale tirolese ‘Tiroler Tageszeitung’ – ha anticipato quelle che sarebbero le intenzioni del governo austriaco per gestire il flusso di migranti che, nell’ordine di 500 persone al giorno, potrebbero tentare di spostarsi dall’Italia.
Il quotidiano locale ha descritto, nel dettaglio, anche la procedura per l’attraversamento del valico con camion e auto che dovranno rallentare – sempre stando alle indiscrezioni di stampa – fino alla velocità di 30 chilometri orari, per permettere le perquisizioni. Stessa sorte anche per i treni che potrebbero addirittura fermarsi all’incrocio tra le due Nazioni come avveniva prima dell’unificazione politica dell’Europa,
“L’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro” ha commentato Matteo Renzi sulla sua enews facendo riferimento a dati sull’immigrazione in linea con quelli degli anni passati che renderebbero pretestuoso un simile intervento.
“Qui non si tratta soltanto di un problema bilaterale – gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Gentiloni, aggiungendo che – L’Austria e l’Italia sono membri di una comunità e questa comunità si chiama Unione Europea. L’Ue ha delle regole che vanno rispettate: la chiusura di confini all’interno dello spazio Schengen non può essere decisa da singoli Stati. Al riguardo, gli accordi Ue prevedono condizioni ben precise: la premessa è che si tratti di una situazione estrema che comprometta la sicurezza del Paese, oppure di una situazione di emergenza”.
Intanto c’è chi già ipotizza reazioni da parte dell’Italia che potrebbe a sua volta incrementare i controlli sui cittadini austriaci in ingresso nel nostro Paese, ma questo tipo di “ritorsione” sembra essere al momento esclusa dal ministro.
Non siamo certo alla guerra di confine, ma queste scaramucce sono degne più di una partita a Risiko che di un processo politico unitario di Stati che, almeno sulla carta dei trattati, dovrebbero avere una visione comune su tematiche di questa rilevanza.
Fonte: AdnKronosa
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