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giovedì, 13 dicembre 2018

Un video di due minuti e quarantadue secondi, postato sui canali Telegram dell’Isis e girato molto probabilmente dopo l’attacco di Berlino, in Germania, nella città tedesca a pochi chilometri dal luogo della strage. Non perde tempo la macchina di propaganda del Califfato e immediatamente posta il video testamento di Anis Amri, il tunisino ucciso a Sesto San Giovanni e considerato il responsabile dell’attacco al mercantino di Natale a Berlino.

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Nel filmato fai da te, secondo una modalità già osservata quest’estate per le rivendicazioni degli altri attentati durante il Ramadan di sangue in Germania e in Normandia, Amri presta giuramento al Califfo Abu Bakr Al Baghdadi, usando una sorta di format e pronunciando delle frasi pre confezionate. Poi, dopo aver dichiarato il suo nome di battaglia «Abu al-Baraa al-Tunsi», attacca: «Il mio messaggio è ai crociati che bombardano i musulmani ogni giorno, in nome di Dio noi arriveremo a macellarvi, porci». Poi, un appello a chi si trova in Europa a continuare il jihad.

Amri parla in arabo, si muove. E’ sbarbato, indossa un giaccone scuro. Sullo sfondo si intravede un laghetto e una strada trafficata. Molto probabilmente il filmato è stato girato dopo l’attacco di Berlino in quanto Amri nel filmato afferma «Sono ancora vivo». Amri dunque pronuncia il suo videotestamento mentre è in fuga, tra la Germania, la Francia e l’Italia. Come confermato dalle immagini satellitari, si trova sul ponte pedonale Kieler, a pochi chilometri da Breitscheidplatz, luogo dell’attacco al mercatino di Natale e a pochi metri dalla moschea di Perleberger Strasse dove si sarebbe nascosto (notizia poi smentita dai media tedeschi) . E’ il 20 mattina. Ha fretta, sa che ha le ore contate, deve scappare. Poi passa il filmato a qualcuno che lo posta sui canali Telegram dell’Isis e fugge. Destinazione, l’Italia.

Il filmato è stato diffuso da Amaq News, la sedicente agenzia di stampa del Califfato ed è stato diffuso anche un comunicato in lingua tedesca. Per il momento non è ancora stato ripreso dai canali di propaganda in lingua italiana. Ciò che è certo è che negli ultimi giorni il canale nella nostra lingua del Califfato era stato particolarmente attivo proponendo però filmati e contenuti provenienti soprattutto dall’Iraq e dalla Siria. Tutti perfettamente tradotti in italiano.