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Campania

Napoli è caos condono: pratiche ferme da troppo tempo

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Napoli è caos condono: pratiche ferme da troppo tempo. Condono edilizio o meglio per essere più chiari e andare dritti al sodo: CASA! Sarebbero cento mila i residenti in attesa di chiarezza su ciò che sta accadendo in città, ma in generale in tutta la Campania: pagati già fiumi di soldi, ma dalle amministrazioni comunali arrivano solo valanghe di anomalie. Come riportato su Il Mattino: “L’istanza è stata sottoposta alla Regione dai 18 pubblici amministratori affinché ci sia una mediazione con le Sovrintendenze. La questione gira intorno a un condono edilizio atteso da 30 anni per oltre 70mila edifici costruiti abusivamente tra gli anni 60-90 in aree della provincia di Napoli, sottoposte a rigidi vincoli paesistici e all’«inedificabilità assoluta», definiti fin dal 1985 dalla legge Galasso. E non solo: dai Campi flegrei al Vesuvio, migliaia di queste strutture ricadono in aree a rischio sismico, tanto popolate che più volte ne è stato chiesto il depotenziamento anche con incentivi economici. Negli anni 90 però, molti abusivi hanno presentato domanda di condono, pagando all’epoca perfino diversi milioni di lire, pur non avendo alcuna certezza di licenza. Che puntualmente non è stata concessa. 

Curiosità
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 La partita è stata recentemente riaperta: ai primi di settembre, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e il ministro per i Beni Ambientali, Dario Franceschini, sono al lavoro per ridisegnare i piani paesistici. Ed è ricominciato un pesante pressing sui sindaci di Terzigno, Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano, Boscoreale, Ottaviano, Trecase, Torre del Greco, Ercolano, Massa di Somma, Boscotrecase, Cercola, Pollena Trocchia, San Sebastiano al Vesuvio, Portici, Sant’Anastasia, Torre Annunziata, San Giorgio a Cremano e Pompei, che hanno sottoscritto un’istanza. Il documento è stato presentato al presidente De Luca e al vicepresidente e titolare delle deleghe all’Ambiente e all’edilizia, Fulvio Bonavitacola. «Nella redazione del piano – chiedono i primi cittadini – oltre a perseguire gli obiettivi di tutela e conservazione dei valori paesaggistici, venga tenuto conto anche della valorizzazione socio-economica e turistica del territorio. Molte abitazioni realizzate negli anni 60-90, pur essendo state realizzate con licenza o concessione edilizia, non hanno il nulla osta della sovrintendenza”.