Quindici anni dietro le sbarre da innocenti. E' la storia dei cugini Di Meglio (entrambi si chiamano Umberto), originari del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, finiti in carcere per l'omicidio, avvenuto il 30 marzo del 1999, di Francesco Di Biasi, elemento di spicco del clan Faiano, attivo nei Quartieri Spagnoli.
La notizia, riportata dal Corriere del Mezzogiorno, solleva un nuovo caso di malagiustizia. I due, che all'epoca dei fatti avevano 23 e 30 anni, nonostante non fossero considerati contigui a nessuna organizzazione criminale (avevano solo piccolo precedenti contro il patrimonio) vennero incastrati, e condannati nel 2001 a 25 anni di reclusione, dalle accuse di due testimoni: il figlio della vittima, Giuseppe Di Biasi, e la sua compagna marocchina (entrambi ora sotto processo per calunnia)
Giovedì 23 giugno la Quarta sezione della Corte d'Appello di Roma ha assolto definitivamente i Di Meglio, entrambi difesi dal penalista Giuseppe De Gregorio. La svolta è arrivata a gennaio del 2016 quando il gip ha condannato a 30 anni un'altra persona. Si tratta di Nicola Di Febbraro, detto "Nicolino", elemento di spicco del clan Misso del Rione Sanità accusato insieme a Francesco Sabatino, poi ucciso in un agguato, dell'omicidio di Di Biasi. Lo stesso "Nicolino" ha poi confessato l'omicidio così come altri collaboratori di giustizia hanno fornito elementi utili alla Dda partenopea per scagionare i cugini Di Meglio, da pochi giorni ufficialmente liberi e pronti a chiedere allo Stato un risarcimento milionario per i 15 anni vissuti in prigione da innocenti.