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venerdì, 7 settembre 2018

A Napoli otto edifici su dieci hanno più di 45 anni. Sono i dati diffusi nel 2015  da Icona-Industria e Costruzioni Napoli, periodico collegato al Cresme e all’Acen (l’associazione degli imprenditori edili), ideato per monitorare con sistematicità l’andamento del settore nei suoi principali temi ed indicatori. Dati che tornano purtroppo d’attualità dopo il sisma che ha colpito il Centro Italia.

EDIFICI VECCHI E SENZA NORMATIVE ANTISISMICHE – L’attività di prevenzione è l’unica strada percorribile per evitare tragedie simili. Guardando però i dati diffusi nei mesi scorsi dall’Acen, la situazione non rassicura. In Campania oltre il 53% degli edifici residenziali ha più di 45 anni. Un dato che rispecchia la media attestata al 53,7%. L’indicatore “sale invece al 59% nella provincia partenopea, raggiungendo il livello davvero eccezionale dell’80% nel comune di Napoli, dove di conseguenza è assai rilevante la quota di edifici degradati oltre a un ingente numero di stabili da ristrutturare in quanto vetusti, ma anche perché antecedenti all’entrata in vigore della normativa antisismica”.

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ABITAZIONI AFFOLLATE – Un altro aspetto che concorre “a definire una qualità dell’edificato è quello dell’affollamento”. La distribuzione delle abitazioni per numero di occupanti rivela che “nella media nazionale il 57,2% ha meno di tre occupanti, il 36,7% tra tre e quattro, il restante 6% più di quattro. In Campania emerge con evidenza la maggiore presenza di abitazioni con più di 3 occupanti: ne risultano censite un 1.113.578, ovvero il 55%, 12 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale”. In provincia di Napoli “si riduce ulteriormente la quota di abitazioni con uno o due abitanti, pari al 42,5%, mentre sono quasi 560mila le abitazioni con almeno tre occupanti, ovvero il 58% del totale. Questo fenomeno dell’affollamento caratterizza maggiormente il territorio dei comuni più piccoli della provincia, dove maggiormente si concentrano aree di degrado abitativo”. Nel comune di Napoli “infatti sale al 48% la quota di abitazioni con uno o due abitanti, assai inferiore alla media nazionale, ma molto più importante rispetto agli altri territori di interesse. Ne consegue una incidenza delle abitazioni con maggior numero di occupanti inferiore alla media regionale e provinciale, 10,9% contro 12 13% dell’intera provincia e il 12% della regione, sebbene rimanga un valore pari al doppio di quello medio italiano”.