Picchiata in carcere così come era successo al compagno la settimana scorsa. Stesso trattamento per Marianna Fabozzi, la madre del piccolo Antonio Giglio, 3 anni, morto nel parco Verde di Caivano (Napoli) nel 2013 nello stesso palazzo dove l’anno successivo è deceduta Fortuna Loffredo, 6 anni.
Calci, schiaffi e pugni. E’ stata accolta così la donna dalle altre compagne di cella nel carcere di Pozzuoli. Le detenute hanno adottato lo stesso “codice di benvenuto” riservato a chi si macchia di violenza e abusi nei confronti dei bambini. Anche il compagno Raimondo Caputo, accusato dell’omicidio e dello stupro di Fortuna, è stato picchiato in cella dai suoi “colleghi”.
Fabozzi, 27 anni, già ai domiciliari con l’accusa di concorso con Raimondo Caputo in violenza sessuale ai danni di una delle figlie, è destinataria di un’ordinanza di aggravamento della custodia cautelare emessa oggi dal gip del Tribunale di Napoli Nord, ed eseguita dai carabinieri di Casoria, per violazione degli obblighi sulla detenzione domiciliare.