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venerdì, 7 settembre 2018

Picchiata in carcere così come era successo al compagno la settimana scorsa. Stesso trattamento per Marianna Fabozzi, la madre del piccolo Antonio Giglio, 3 anni, morto nel parco Verde di Caivano (Napoli) nel 2013 nello stesso palazzo dove l’anno successivo è deceduta Fortuna Loffredo, 6 anni. 

Calci, schiaffi e pugni. E’ stata accolta così la donna dalle altre compagne di cella nel carcere di Pozzuoli. Le detenute hanno adottato lo stesso “codice di benvenuto” riservato a chi si macchia di violenza e abusi nei confronti dei bambini.  Anche il compagno Raimondo Caputo, accusato dell’omicidio e dello stupro di Fortuna, è stato picchiato in cella dai suoi “colleghi”.

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Fabozzi, 27 anni, già ai domiciliari con l’accusa di concorso con Raimondo Caputo in violenza sessuale ai danni di una delle figlie, è destinataria di un’ordinanza di aggravamento della custodia cautelare emessa oggi dal gip del Tribunale di Napoli Nord, ed eseguita dai carabinieri di Casoria, per violazione degli obblighi sulla detenzione domiciliare.

Orrore a Caivano, parla la compagna dell’orco: “Se ha ammazzato Fortuna fa bene a impiccarsi”

ECCO IL RACCONTO DA TENERE NASCOSTO