Luca Varani, il giovane 23enne ucciso venerdì scorso a Roma, è stato colpito da 30 tra coltellate e da martellate. La morte sarebbe avvenuta a causa dello shock dovuto al dissanguamento e non per le conseguenze dirette delle coltellate ricevute al torace. Sono questi i risultati dell’autopsia.
Intanto, arrivano nuove rivelazioni sull’omicidio. Nella casa di Manuel Foffo, arrestato insieme a Marco Prato per l’efferato omicidio, secondo gli inquirenti vi erano ben sette persone: i killer, la vittima, uno spacciatore albanese, un romano residente a Milano, un soldato e un’altra persona non identificata.
Come riporta il Corriere della Sera, il pierre Marco Prato ha raccontato ai magistrati particolari inquietanti su quella folle notte. Vestito da donna, era uscito in auto con Foffo per cercare una “marchetta”: “Non siamo andati in giro per uccidere, non lo volevamo. Non avendo trovato nessuno pronto a prostituirsi per loro, sono tornati a casa e hanno chiamato Luca offrendogli 150 euro”.
Prato ha spiegato ai magistrati: “Ho aperto la porta a Luca, sempre vestito da donna. Abbiamo avuto un rapporto mentre Manuel assisteva. Poi Luca ha bevuto un drink e si è sentito male. Lo abbiamo messo sul letto e Manuel mi ha detto: ‘Strozzalo’. Ci ho provato ma lui si è ripreso. A quel punto Manuel è impazzito, è andato in cucina, ha preso un martello e ha cominciato a colpirlo. Poi ha preso un coltello. Alla fine mi disse: ‘Questa cosa ci legherà per la vita’”.
La versione del pierre, come riporta Tgcom24, è ben diversa da quella rilasciata da Foffo, tanto che il gip nell’ordinanza scrive: “Un’idea delirante maturata già il giovedì durante l’uscita in macchina in cerca di una vittima”. Quanto al movente, il magistrato spiega: “Un omicidio efferato senza altro movente se non quello apparente di appagare un crudele desiderio di malvagità”. Il gip Riccardo Amoroso non usa parole tenere nei confronti di Foffo e Prato: “Gli indagati sono persone prive del senso di pietà: potrebbero ripetersi”. CONTINUA A LEGGERE