9 marzo 12:15 | Cronaca
litigare (m.c.)
Vivere meglio, lamentandosi. Si, ma nella giusta misura. Banditi i brontoloni. L’arte del lamentarsi appartiene a pochi. Dal lamentarsi degli aspetti difficili della vita al piangersi addosso, il passo è breve e si rischia di confondere le due cose. Il piangersi addosso non prevede alcun approccio positivo e quindi nessun margine di ripresa per la vita del “piagnucolone”.  Ci si lamenta smisuratamente, solo per il piacere di scaricarsi dallo stress e dalle tensioni giornaliere, senza pensare che spesso, gli interlocutori, tutto sono meno che interessati a sentirsi la lagna. Quante volte abbiamo pensato, davanti a una lamentela di un amico o un conoscente ” Cosa si lamenta a fare, gli va tutto bene!” oppure “Lamentarsi è inutile, meglio agire!”. Proprio per evitare che questo genere di pensieri si rivoltino anche contro di noi, bisogna attuare delle semplici mosse per farlo in modo corretto: è fondamentale se si vuole far bene all’anima. Lamentarsi può avere tanti benefici e può aiutare a raggiungere prima i propri obiettivi e a scaricare le tensioni. Farlo nel modo giusto può essere costruttivo per la persona, può aumentare l’autostima ed essere di aiuto ad avere un approccio positivo con la vita. Ma c’è modo e modo di farlo.
Lo psicologo Guy Winch ha condotto un’interessante ricerca sugli effetti delle lamentele. Lo studio ha evidenziato che gli individui tendono a lamentarsi sempre di più, ma che lo fanno in modo sbagliato. Per questo ha messo a punto una serie di passaggi da fare per lamentarsi in modo corretto ed essere sereni e soddisfatti.
– Rompere il muro: la paura di apparire pessimisti e lagnosi, induce molti a tenersi i malesseri per sè, entrando in un vortice di rassegnazione, riguardo al non riuscire mai più ad uscire dalla spirale e a non trovare una soluzione. Perché la rassegnazione può facilmente diventare generalizzata e toccare tutti gli ambiti della vita. Trovare il coraggio di lamentarsi, osare con chi è più vicino, è il primo passo verso la conquista dei propri obiettivi.
– Lamentarsi “con” e non “contro” qualcuno: lamentarsi permette di eliminare le emozioni negative, i pesi che si hanno sullo stomaco, i pensieri che riguardano le azioni di un altro. Quando ci si lamenta con il partner, per esempio, si parla a voce alta e ci si arrabbia. Per questo è importante scegliere il giusto interlocutore, che sia il partner, un amico o dei parenti, una persona che sia in grado di dare peso alla lamentela e risolverla. In realtà basta creare empatia e ragionare. La lamentela si trasforma subito in costruttiva.
– Trovare il modo giusto: il trucco sta anche nel saper esprimere la lamentela. Usare un tono e delle argomentazioni che non aggrediscano l’interlocutore può essere di aiuto nel generare empatia e non spingere chi ascolta a mettersi subito sulla difensiva. La parola d’ordine è mantenere la calma: la dolcezza favorisce l’ascolto da parte dell’interlocutore. In questo modo è più semplice conquistare fiducia, attenzione e fargli venir voglia di aiutare a risolvere il problema.
– Uno alla volta: per non affollare la mente e abbattere l’ascoltatore con raffiche di argomentazioni negative, è importante non esprimere mai più di un problema alla volta. Affrontarli in ordine di importanza e non accavallare pensieri e frustrazioni.